lunedì 24 ottobre 2011

Love is a losing game?

Tutto nasce con l'attrazione, con la curiosità.
Che poi diventa sentimento o chiaramente ti lasci.
Che poi diventa intimità o ti lasci. Che poi diventa affiatamento o ti lasci. Che poi diventa condivisione o ti lasci. Che poi diventa stima o ti lasci. Che poi diventa quotidianità o ti lasci. Che poi diventa amicizia o ti lasci. Che poi diventa progettualità o ti lasci. Che poi diventa Ikea o ti lasci. Che poi diventa complicità o ti lasci. Che poi diventa calendario di Eva Henger o ti lasci. Che poi diventa rispetto o ti lasci. Che poi diventa abbonamento allo stadio o ti lasci. Che poi diventa corso di decoupage o ti lasci. Che poi diventa sopportazione della suocera o ti lasci. Che poi diventa pokerino con gli amici o ti lasci. Che poi diventa fedeltà o ti lasci. Che poi diventa perdono o ti lasci.
Che poi deve ri-diventare attrazione o chiaramente...

lunedì 17 ottobre 2011

La teoria della minestrina sul dado - del mio amico Manrico


Adesso ti spiego come vedo le cose.
Mettiamo che tu faccia la tua vita tranquilla e beata, senza troppi sussulti o frenesie, e che ti conceda una cena al ristorante una volta ogni tanto, senza troppe pretese per le tue misere finanze.
Solo che a “quel” ristorante che ti puoi permettere c’è un solo piatto: minestrina sul dado.
Tu mangi la tua minestrina felice e contento e neanche ci pensi a quello che potrebbe essere, neanche ci speri in quello che non conosci.
All’improvviso, per qualche inafferrabile e imperscrutabile onda del destino (perché è così che vanno le cose, amico mio) al ristorante cambia il menù e per lo stesso prezzo ti incominciano a servire l’aragosta.
Per sei mesi ti scordi la minestrina sul dado e mangi quella prelibatezza confuso e incredulo e ti domandi sconcertato come potevi continuare a vivere senza. Che vita era quella senza l’aragosta?
Poi, così come è arrivata senza preavviso, all’improvviso l’aragosta se ne torna zompettando da dove era venuta e tu insisti ad andare al ristorante con la tiepida speranza di ritrovarla sul menù, con la follia insensata di chi pensa che le cose siano come sono, per sempre. Per tutta la vita.
Ma niente da fare, sul menù di fronte ai tuoi occhi sconcertati tre sole parole: minestrina sul dado.
A questo punto devi scegliere ed è li che la vita ti frega, è li che il destino si prende gioco di te.
Continui ad andare al ristorante con la speranza di ritrovarla sul menù ma l’aragosta chissà dove è andata, chissà quali tavole imbandisce e quali bocche allieta. E vivi male e ti disperi e non riesci più ad accontentarti.
Ma tu puoi scegliere: puoi startene a casa, felice per quel poco che hai avuto, e smettere di andare al ristorante (magari una capatina ogni tanto la fai per vedere se il menù è cambiato) oppure insistere testardo ad assaggiare la minestrina per ritrovare il sapore perduto.
Ma la speranza amico mio ti frega. La speranza ti lascia solo, triste e sconsolato.
Ecco la teoria della minestrina sul dado.